I mangimi geneticamente modificati sono un vantaggio per gli agricoltori e per l’ambiente. A dirlo è uno studio avviato dall’Istituto per l’educazione e la ricerca sui mangimi (IFEEDER). I ricercatori hanno scoperto che l’utilizzo di mangimi privi di ingredienti geneticamente modificati (GM) può costare di più per gli operatori dell’industria del bestiame, ma può anche portare a un aumento delle emissioni di gas serra e a una diminuzione delle possibilità di preservare gli habitat della biodiversità.
Lo studio è stato condotto per esaminare le implicazioni ambientali ed economiche se i produttori di alimenti per animali negli Stati Uniti avessero bisogno di aumentare la loro produzione di mangimi non GM. Mirava a chiarire agli attori della catena del valore la complessità del processo di produzione di linee di alimentazione GM e non GM.
I risultati dello studio sull’uso nei mangimi
I risultati hanno mostrato che quando l’uso di tecnologie sicure e comprovate come le colture GM è limitato, i costi per i produttori, i consumatori e l’ambiente possono aumentare.
1) Sebbene i semi di mais e soia GM siano inizialmente costosi per gli agricoltori, questi costi sono compensati da costi di input agricoli inferiori. Per convincere un agricoltore a passare a un’agricoltura non GM, sarebbe necessario un premio significativo per l’agricoltura non GM per compensare la differenza dei costi di produzione.
2) L’uso di semi non GM riduce il vantaggio della conservazione della terra. I dati hanno mostrato che l’utilizzo di tratti di semi GM ha prodotto milioni di acri di risparmio di terra e ha ridotto significativamente la conversione della terra da habitat erbosi a terreni agricoli.
3) Il sistema no-till del mais GM emette la minima anidride carbonica per il diesel bruciato nelle operazioni sul campo. Anche il passaggio a colture non GM riduce questo vantaggio.
4) L’uso di semi GM e altre tecnologie ha migliorato l’efficienza dell’azoto. Studiando l’uso del solo mais, ci vorrà il 4,9% in più di acri di mais per produrre lo stesso livello di produzione di azoto del mais non GM rispetto al mais GM.
5) La segregazione e l’isolamento degli ingredienti GM e non GM imporrà costi aggiuntivi agli attori della filiera produttiva, con il mangimificio soggetto al maggiore aumento del prezzo del prodotto.
6) Si prevede che il prezzo al dettaglio di carne, latte o uova alimentati con mangimi non GM aumenterà rispetto agli animali alimentati con mangimi GM.
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